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NewsPerché servono vasche di raccolta: rischi legali, ambientali e costi nel 2025 

Pubblicato il 23 giugno 2025

Scade la normativa? Scopri perché installare ora una vasca di raccolta può evitarti sanzioni fino a 30.000 €

La gestione sicura di liquidi pericolosi non è solo una questione di responsabilità aziendale, ma un obbligo di legge stringente che può costare caro alle aziende non conformi. Con l’intensificarsi dei controlli ambientali nel 2025, le vasche di raccolta sono diventate un investimento irrinunciabile.

Il DM 18/05/1995, stabilisce chiaramente che ogni impianto di stoccaggio deve essere dotato di sistemi di contenimento con capacità minima pari al più grande contenitore presente o a un terzo del volume totale stoccato. Le sanzioni per il mancato rispetto di questi obblighi possono raggiungere i 30.000 euro, senza contare i costi di bonifica ambientale che possono moltiplicarsi esponenzialmente.

Il quadro normativo italiano: cosa dice la legge sulle vasche contenimento

La normativa vasche di contenimento in Italia è regolamentata da un corpus legislativo preciso e rigoroso. Il pilastro principale è rappresentato dal D.Lgs.152/2006 (Codice dell’Ambiente), integrato dal D.Lgs.258/2000, che stabilisce i criteri fondamentali per il contenimento di sostanze pericolose.

Secondo la normativa vigente, la capacità minima delle vasche contenimento deve rispettare due parametri:

  • Regola del contenitore più grande: la vasca deve contenere almeno il volume del più grande contenitore presente nell’area di stoccaggio.
  • Regola del terzo: la vasca deve contenere almeno un terzo del volume totale di tutti i contenitori presenti.

Particolare attenzione va riservata alle zone in prossimità di falde acquifere, dove la normativa impone il contenimento del 100% del volume totale stoccato, senza eccezioni. Questa prescrizione è fondamentale per prevenire contaminazioni del sottosuolo e delle acque sotterranee.

I riferimenti normativi si completano con il DM 31/07/1934 e il DM 18/05/1995, che specificano ulteriori requisiti tecnici per materiali e installazione delle vasche di raccolta, garantendo standard di sicurezza elevati per ogni tipologia di sostanza stoccata.

Come calcolare la capacità della vasca: esempi pratici

Il calcolo della capacità richiesta per una vasca di raccolta segue regole precise che variano in base alla configurazione dell’impianto. Prendiamo un esempio concreto: un’area di stoccaggio con 3 fusti da 200 litri ciascuno.

  • Applicando la regola del contenitore più grande: la vasca dovrà avere una capacità minima di 200 litri (pari al fusto singolo di maggiori dimensioni).
  • Applicando la regola del terzo: il volume totale è 600 litri (3 x 200L), quindi la vasca dovrà contenere almeno 200 litri (600L ÷ 3).

In questo caso specifico, entrambi i criteri convergono sulla stessa capacità minima di 200 litri.

La scelta del materiale è altrettanto cruciale. Le vasche contenimento in acciaio zincato offrono resistenza meccanica superiore e sono ideali per oli, carburanti e sostanze non corrosive. Le vasche in polietilene, invece, garantiscono eccellente resistenza chimica contro acidi e sostanze corrosive, risultando più leggere e maneggevoli per installazioni temporanee o di dimensioni ridotte.

Rischi legali e ambientali: cosa rischia la tua azienda

Il mancato rispetto dell’obbligo vasche contenimento espone le aziende a conseguenze severe su multiple dimensioni. Dal punto di vista legale, le sanzioni D.Lgs.152/2006 possono raggiungere i 30.000 euro per ogni violazione accertata, con possibili responsabilità penali per i dirigenti in caso di danni ambientali significativi.

L’aspetto ambientale presenta rischi ancora più gravosi: una fuoriuscita accidentale può comportare la contaminazione di suolo e falde acquifere, innescando costosi piani di bonifica che possono protrarsi per anni e costare centinaia di migliaia di euro. La responsabilità dell’azienda si estende infatti fino al ripristino completo delle condizioni ambientali pre-incidente.

Le soluzioni Ricomi: vasche certificate per ogni esigenza

Ricomi SRL ha sviluppato una gamma completa di vasche di raccolta certificate, progettate per rispondere a ogni specifica esigenza di contenimento industriale.

Vasche in acciaio

Costruite con lamiera 25/10 di alta qualità, sottoposte test di tenuta stagna tramite prova dei liquidi penetranti (test non distruttivi). Dotate di griglia zincata rimovibile, etichettatura di sicurezza e certificato di conformità. Ideali per oli minerali, carburanti e sostanze non aggressive.

Vasche in polietilene serie Cemo

Realizzate in polietilene di alta densità, offrono resistenza eccellente contro acidi, basi e sostanze chimiche aggressive. La loro leggerezza facilita l’installazione e il trasferimento, mantenendo comunque elevati standard di robustezza e durata.

Come scegliere la vasca giusta: checklist essenziale

La selezione della vasca più adatta richiede un’analisi attenta di diversi fattori critici:

  • Tipologia di liquido: sostanze infiammabili richiedono vasche con caratteristiche antistatiche, mentre liquidi corrosivi necessitano materiali chimicamente inerti.
  • Capacità richiesta: calcolare accuratamente secondo le regole normative, considerando possibili espansioni future dello stoccaggio.
  • Materiale costruttivo: acciaio per robustezza meccanica, polietilene per resistenza chimica.
  • Condizioni di installazione: valutare spazio disponibile, accessibilità e condizioni ambientali del sito.

Non aspettare che sia troppo tardi. La conformità normativa è un investimento nella sicurezza della tua azienda e nella protezione dell’ambiente.

Ricomi ti offre consulenza specializzata. Contatta i nostri tecnici oggi stesso!

FAQ – Domande frequenti sulle vasche di raccolta

Sì, assolutamente. Nelle zone di protezione delle falde acquifere, la normativa impone il contenimento del 100% del volume totale stoccato, senza possibilità di applicare la regola del terzo o del contenitore più grande.

Le vasche di raccolta devono sempre essere installate su superfici piane e stabili. Ricomi offre anche soluzioni per lo stoccaggio esterno, come box chiusi o vasche con tettoia.

La responsabilità ricade sull’azienda proprietaria dell’impianto e sul responsabile HSE (Health, Safety & Environment). In caso di danni ambientali significativi, possono configurarsi responsabilità penali per negligenza o omessa vigilanza sulla sicurezza impiantistica.